Sicilia, poeta soc di
Gianpaolo Furgiuele

Se dovessimo buttare un nome di poeta sulla folla, che meglio racconta la società, senza dubbio faremmo quello di Alessandro Sicilia. Nel suo nuovo libro, Trapianto di Parole, con prefazione di Giovanni Polara, e a cura dell’Università della Calabria, si evince fin dalle prime pagine, una presa di coscienza sicura e ferma nell’immagine: “Lungo la strada in salita il silenzio ha chiuso una porta”; Ed č proprio questa malinconica assuefazione del tempo, che spazza via ogni residuo logico, lasciando spazio a quel ricordo fermo nella mente del poeta. Sicilia, è forse uno dei pochi della sua generazione che abbia avuto il coraggio meglio di alcuni giovani poeti, di tenere il passo e di schiaffare in faccia al “mondo” l’idea di come debba funzionare: “Che sanno loro/dei profughi del Kosovo/delle bombe sulla Serbia/dell’amore respinto/del sacrificio della puttana….che sanno loro se non sono ne vivi ne morti/. Dunque un libro fatto a tratti di coraggio e dignità, amore e odio verso la storia, amore e odio verso il presente, ma soprattutto diffidenza verso un Dio che tende a rinnegare la propria esistenza. Alessandro Sicilia, continua a raccontarci quella che è stata ed è la società, e ce ne da la prova con quest’ultimo “Trapianto di parole”; una lenta trasformazione di parole, che non punisce, ma grida e rimprovera con versi da poeta non più civile, ma “sociale”: “Santità ditemi dov’è dio?/Nei tank israeliani/nell’anima dei Kamikaze palestinesi/nell’oro dei tesori vaticani/santità ditemi dov’è dio?/”. Componimenti brevi, a volta brevissimi, portano il lettore a cimentarsi con esperienze poetiche crescenti e dissimili, pronte a intagliare parole fuori pista e ricucite aspramente fin nei luoghi piùsacri:” Le parole sono chiese/il piombo della rivoluzione/le parole rivoluzione/tacchi a spillo per essere bella…/. Questa raccolta poetica assume il senso e la posizione che l’autore da al proprio pensiero; è chiaro il disporsi fuori dal meccanismo della politica consumistica e quelle dei grandi; il vivere al di fuori della globalizzazione di spazi, vivere e fare a meno del sogno americano: “G8 dopo gli scudi/G8 senza appello/pole position a stelle e strisce/. Alessandro Sicilia, con quest’ultima opera, ha marcato il confine tra letteratura e società, riuscendo a realizzare e a portare sotto gli occhi di tutti la vera poesia della vita.